Chiedi allo sviluppatore, parte 14: Nintendo Sound Clock: Alarmo - Capitolo 3
28/10/2024
Alcune delle immagini e dei video di questa intervista mostrano un prototipo del prodotto.
Il contenuto originale di questa intervista è stato pubblicato in giapponese.
Capitolo 3: Non una sveglia qualsiasi
Quindi avete creato “una sveglia fuori dall’ordinario” dopo svariati tentativi... Presumo che non abbiate deciso subito che design e funzionalità avrebbe avuto. Che tipo di trasformazioni ha subito?
Akama:
Abbiamo portato con noi alcuni prototipi. Questo è uno dei primi.
È molto diverso dal prodotto finale.
Tamori:
All’inizio non aveva ancora lo schermo LCD, ma un sistema composto da file di LED chiamato display a matrice LED, simile a quelli utilizzati per i cartelloni pubblicitari. Tuttavia, ragionando da sviluppatori di software, abbiamo capito che l’importante era che le persone potessero usare la sveglia con facilità senza manuali di istruzioni, e questo sistema non sarebbe stato in grado di fornire indicazioni in modo efficiente. La difficoltà più grande stava nello spiegare le nuove funzionalità del prodotto, tipo il sensore di movimento.
Akama:
Durante lo sviluppo del prototipo, abbiamo organizzato la settimana di condivisione delle idee di cui abbiamo parlato prima, in cui chiunque poteva creare ciò che desiderava.
Una delle idee proposte durante la settimana di condivisione delle idee. Il gameplay si basava sull’usare il corpo per produrre suoni a tempo.
Avevamo ancora un po’ di cose da sistemare, tipo come sfruttare e presentare le funzionalità del sensore di movimento.
Tamori:
Al tempo Akama-san aveva iniziato a parlare di voler includere la musica dei giochi, ma con questo prototipo era davvero difficile distinguere i brani impostati come sveglie. Ad esempio, la prima traccia di Super Mario veniva visualizzata come “M1” e la seconda traccia di The Legend of Zelda come “Z2”.
Akama:
C’era anche una “K”... Si capisce cosa rappresentava?
“K”? Mmmh... No, ma mi piacerebbe saperlo.
Akama:
Mario Kart. (Ride)
Aaah, ora capisco... Non l’avrei mai indovinato.
Tamori:
Questo è solo un esempio. Sapevamo che, continuando su questa strada, prima o poi saremmo arrivati a un punto morto, quindi abbiamo discusso a lungo sulle specifiche dell’hardware. Abbiamo considerato ad esempio l’uso dello schermo LCD e la possibile aggiunta di un pulsante nella parte alta, in modo che fosse più facilmente raggiungibile. Cercando di tenere ben presente cosa implicasse usare il sensore di movimento, abbiamo cercato di trovare un equilibrio che facilitasse l’uso.
Tra l’altro, il team che ha progettato l’hardware è stato anche responsabile dell’interfaccia utente. Hanno vagliato svariati prototipi, cercando un equilibrio tra design e funzionalità per arrivare sia a un hardware che a un software più fruibili possibile.
Akama:
Il prototipo qui presente è il risultato di questo processo.
Wow, è decisamente più simile al prodotto finale. Sembra sia su una specie di piedistallo. Cosa c’è lì dentro?
Akama:
In realtà, abbiamo smontato il contenuto del primo prototipo e lo abbiamo messo lì. Il sistema che compone il “cervello” della sveglia si trova in quella base, mentre lo schermo LCD e gli altoparlanti sono nella parte superiore, con una rotella in cima e una sul lato.
Tamori:
Ci sono meno pulsanti rispetto al primo prototipo.
Akama:
In origine avevamo un pulsante di accensione e uno per il volume, ma doverli premere di continuo era fastidioso. Quindi abbiamo deciso di integrare queste funzioni nella rotella sul lato. Perfino quello, però, ci sembrava un po’ laborioso, quindi nel prodotto finale abbiamo optato per una sola rotella e due pulsanti nella parte superiore.
Tamori:
Il secondo prototipo era difficile da maneggiare per i mancini, perché la rotella era sulla destra. In aggiunta volevamo che fosse stabile anche senza la base, quindi abbiamo messo i comandi nella parte superiore.
Akama:
Avevamo anche paura che pulsanti e rotelle sul lato potessero in qualche modo influire sul posizionamento. Abbiamo fatto sì che il dispositivo rimanesse il più possibile nella stessa posizione anche premendo i pulsanti, affinché il sensore di movimento potesse rilevare i movimenti correttamente.
Quindi, oltre a fare in modo che fosse facile da usare, l’avete progettato tenendo a mente anche cosa succede dopo averlo posizionato. Qual è stato il fattore decisivo che vi ha indirizzati verso questo design?
Akama:
Il fattore più difficile dal punto di vista del design è stato decidere se dovesse assomigliare a una sveglia o no. Malgrado si tratti di un prodotto nuovo che offre un’esperienza inedita, abbiamo pensato fosse importante che si capisse che è una sveglia. Dopo svariate considerazioni, abbiamo optato per un design che il pubblico avrebbe riconosciuto facilmente. Inoltre, Tamori-san voleva che Alarmo avesse una forma accattivante e riconoscibile all’istante se rappresentato in disegni o icone, quindi abbiamo scelto questa forma.
Ora che ci penso, non riesco a vedere il sensore di movimento, un componente fondamentale del dispositivo. Dov’è posizionato?
Akama:
Si trova sopra lo schermo LCD, ma l’abbiamo reso invisibile. Fin dal principio, volevamo assicurarci che le persone potessero usare il prodotto senza prestare attenzione al sensore, quindi abbiamo fatto di tutto per renderlo meno appariscente possibile.
Tamori:
Dato che è difficile individuare il sensore, abbiamo progettato il dispositivo di modo che la forma a megafono rendesse istintivo il gesto di orientarlo verso se stessi una volta posizionato su una superficie. Inoltre, dato che lo schermo LCD poteva solamente essere rettangolare, abbiamo consultato i designer dell’hardware per stabilire il design e le specifiche del display e fare sì che si integrasse perfettamente alla forma circolare dell’hardware.
Akama:
Abbiamo anche prestato particolare attenzione alla calibrazione della luminosità dello schermo, per fare in modo di non disturbare il sonno degli utenti. Il sensore di movimento illumina lo schermo mentre ti muovi per osservarlo, una funzione che secondo alcuni sviluppatori sarebbe utile anche in un orologio normale.
Dal punto di vista del design, ha un colore abbastanza insolito per una sveglia, il che la rende accattivante. Come mai avete optato per il rosso?
Tamori:
In origine avevamo svariate opzioni per quanto riguarda il colore, ma i candidati finali erano bianco, rosso e grigio. Volevamo sì che assomigliasse a una sveglia, ma non a una sveglia qualunque. Abbiamo optato per un audace rosso, per far capire a colpo d’occhio che si tratta di “una sveglia fuori dall’ordinario” e che offre un’esperienza unica. Il rosso è un colore appariscente, speriamo che gli utenti apprezzeranno ancora di più questa sveglia una volta piazzata nelle loro camere da letto.
Un altro fattore che la rende diversa dalle sveglie comuni è che va attaccata alla corrente. Come mai avete preferito questo metodo di alimentazione rispetto alle batterie o a renderla ricaricabile?
Akama:
Una delle ragioni principali è che il dispositivo utilizza il sensore di movimento per controllare costantemente se una persona si trova a letto, quindi se fosse alimentato a batterie la carica durerebbe un massimo di due settimane circa. Una sveglia che va ricaricata o a cui vanno cambiate le batterie così spesso è inutile. In più, svegliarsi e rendersi conto che le batterie sono scariche sarebbe un vero disastro. (Ride)
Un altro fattore da tenere presente è che volevamo creare una sveglia che si potesse usare senza essere toccata una volta posizionata. All’inizio bisogna trafficare un po’ con le impostazioni, ma col tempo diventa sempre meno necessario. Dopo il momento iniziale, si può usare semplicemente lasciandola attaccata alla corrente. Invece di un apparecchio a cui dover ricordarsi di cambiare le batterie, anche solo una volta all’anno, volevamo una sveglia che non richiedesse nessun tipo di manutenzione, quindi abbiamo optato per farla attaccare alla corrente.
Capisco. Sono stati fatti svariati ragionamenti al riguardo, quindi. Da quanto ho capito il sensore di movimento non è un concetto totalmente nuovo, anzi viene usato in giro per il mondo per altri scopi come sensore di onde radio. In questo progetto, il sensore di movimento viene utilizzato per far funzionare la sveglia, creando un’esperienza inedita che rende il risveglio più divertente. L’idea di utilizzare qualcosa di preesistente in modo originale e con la prospettiva unica di creare una cosa nuova è in linea con il “pensiero laterale per tecnologia superata” (5), la filosofia dell’ex sviluppatore di Nintendo Gunpei Yokoi.
(5) Un concetto di sviluppo promosso da Gunpei Yokoi, ex General Manager della divisione Research & Development 1 di Nintendo, che portò allo sviluppo di vari giochi elettronici, Game & Watch e Game Boy. Secondo questa teoria, è possibile creare prodotti di successo utilizzando tecnologia ordinaria non più all’avanguardia con funzioni diverse e innovative. Questo approccio ha influenzato lo sviluppo dei prodotti Nintendo in tutti gli anni a seguire.
Tamori:
Durante lo sviluppo di questo prodotto, la tecnologia alla base dei sensori a onde radio era in rapido sviluppo, quindi non abbiamo seguito particolarmente questo pensiero. Tuttavia, a posteriori, l’idea di usarla come sensore di movimento potrebbe essere legata a questa filosofia.
Akama:
Dal punto di vista dell’hardware, abbiamo usato le conoscenze acquisite nello sviluppo delle console per creare pulsanti facili da usare anche per Alarmo... In un certo senso, lo considererei pensiero laterale. Non esistono molte altre rotelle al mondo che si illuminano, si possono girare e premere. Dopo aver cercato a lungo una rotella che soddisfacesse le nostre esigenze, il team ha deciso di progettarne una da zero.
Non è stato facile, ma gli ingegneri software e hardware hanno sfruttato la loro esperienza nello sviluppo delle console e hanno creato svariati prototipi per fare in modo che girare e premere la rotella fosse piacevole e per fare sì che l’intensità della luce fosse ottimale. Dopo vari tentativi, crediamo di essere riusciti a creare qualcosa di innovativo: basta osservare la rotella per capire che questa non è una sveglia qualsiasi.
Tamori:
I colleghi che hanno lavorato nell’ambito dello sviluppo di giochi e con gli strumenti associati hanno ideato uno strumento speciale per creare i suoni delle sveglie. Questo ci ha permesso di creare in modo efficiente una grande quantità di suoni. Siamo riusciti a usare le conoscenze acquisite grazie allo sviluppo dei giochi per realizzare qualcosa di completamente diverso: una sveglia.
Quindi le funzionalità e le meccaniche di Alarmo, in aggiunta alla sua originalità, sono state create coniugando le conoscenze e l’esperienza dei vari membri del team.
Tamori:
A proposito di originalità, Alarmo ha degli altoparlanti particolarmente grandi per un prodotto Nintendo.
Akama:
Anche questi ultimi hanno richiesto svariati tentativi. Malgrado le dimensioni degli altoparlanti, abbiamo progettato il dispositivo per essere il più compatto possibile di modo da poterlo collocare ovunque. Inoltre, abbiamo posizionato gli altoparlanti sul retro per dare all’utente la seppur vaga sensazione di essere circondato dal suono. Grazie agli ingegneri software e hardware che si sono occupati del design audio, siamo riusciti a incorporare svariate idee. Credo che questo ci abbia permesso di creare qualcosa di originale per un hardware Nintendo.