Un aspetto importante di questo gioco è legato alla decisione di creare tre storie separate, coinvolgendo Kibayashi-san per innalzare il livello della narrazione...
Proprio così.
Su quali altri aspetti vi siete concentrati?
Su diversi aspetti e uno di questi è l'opzione My Castle32 basato sulla connettività.32. My Castle: il giocatore può creare una "base" unica per i suoi personaggi. Aggiungendo edifici come un'armeria e diversi venditori è possibile creare un villaggio, dove vivono i personaggi dell'unità. I giocatori possono visitarlo tra un capitolo e l'altro, scegliere l'equipaggiamento per la battaglia successiva e parlare con i componenti dell'unità.
Concretamente come avviene?
Come suggerisce il nome, My Castle è il castello che si può visitare tra i vari capitoli. Consente ai giocatori di sistemare come vogliono il paese sotto al castello. Oltre a confrontarsi con i personaggi, i giocatori possono interagire anche con altri giocatori e impegnarsi in combattimenti. Maeda-san ha tenuto particolarmente all'inserimento di quest'opzione, per permettere ai giocatori di fare altre cose divertenti oltre al gioco di simulazione.
My Castle ha anche un'incredibile serie di opzioni.
Secondo alcuni componenti dello staff, potrebbe essere un gioco a parte.
I contenuti sono sufficienti per un gioco a parte? Maeda-san perché avete aggiunto My Castle nonostante l'ingente lavoro necessario per realizzare tre giochi?
Con My Castle i giocatori conoscono e vivono i personaggi. Volevamo che i giocatori si innamorassero di tutti loro.
E Maeda farebbe qualsiasi cosa per rendere i personaggi più piacevoli. Cerca sempre di inserire elementi che facciano amare i personaggi dai giocatori.
Per questo avete creato addirittura un altro gioco?
Proprio così. Originariamente My Castle doveva essere usato solo con StreetPass33, ma con una connessione Internet, i giocatori possono visitare altri paesi e fare battaglie. Quest'opzione è venuta fuori da una delle tante idee di Kibayashi-san...33. StreetPass: funzione che consente ai giocatori di scambiare dati di gioco con altri utenti che passano vicino a loro per strada, dotati di console in stand-by con comunicazione wireless attiva.
Aspettate, Kibayashi-san non si è limitato a scrivere la storia e vi ha anche dato delle idee?
Sì. Lavorando con loro mi sono sentito libero di dire qualsiasi cosa mi passasse per la testa, anche cose probabilmente difficili da realizzare: "Dovreste fare così" o "Sarebbe davvero perfetto se ci fosse qualcosa del genere!"
Alcune delle idee di Kibayashi-san erano davvero difficili da realizzare, ma quando gli abbiamo parlato dell'opzione My Castle la sua risposta è stata, "Secondo voi se fosse possibile comunicare con altri giocatori oltre StreetPass, non potrebbero esserci più persone interessate al gioco?"Quindi abbiamo deciso di aggiungere l'opzione della connessione ad Internet per permettere a persone di aree in cui StreetPass non è molto attivo di scambiare dati di gioco con altri giocatori. L'unico requisito è avere una connessione ad Internet.
Comunque sono molto felice di My Castle. Cercare di coinvolgere profondamente i giocatori nelle vicende dei personaggi è stato un tema cruciale sin dai tempi di Awakening. Credo che My Castle contribuirà a creare ancora più coinvolgimento. Secondo me My Castle funziona molto bene anche con l'idea dietro al titolo "If" ovvero "Se". (Nota del redattore: Fire Emblem If è il titolo del gioco in Giappone) Nella storia ci sono una serie di "se".
Perché avete deciso di mettere la parola "if" (se) nel titolo?
La prima volta che abbiamo pensato al progetto, parlando della storia, Yamagami-san ha detto, "Se quel generale avesse supportato un potere diverso durante il periodo di Sengoku, avrebbe cambiato la storia."
Proprio così. Quando abbiamo deciso di creare due pacchetti divisi, abbiamo continuato a porci domande come, "E se ti alleassi con il regno A, cosa succederebbe?" e "E se ti alleassi con il regno B, cosa succederebbe?" Per me "If" è stato un titolo inevitabile. Al momento di decidere insieme il titolo ho detto la stessa cosa e la risposta unanime è stata "Sì, deve essere 'if'". Così abbiamo chiamato il gioco Fire Emblem If.
Chi ha pensato ai titoli per le due storie, "White Nights Kingdom" e "Dark Nights Kingdom" destinati alla pubblicazione in Giappone? (Nota del redattore: questi sottotitoli si riferiscono esclusivamente alla versione per il Giappone.)
Kibayashi-san. Al momento non possiamo ancora rivelare il titolo del terzo gioco, ma è scritto in katakana invece che in kanji34, un'altra idea di Kibayashi-san. La prima volta che l'abbiamo incontrato ci ha detto, "Che ne dite di fare un terzo mondo di gioco come questo?"34. Il giapponese scritto è formato da tre tipi di caratteri: kanji, hiragana e katakana. I kanji sono caratteri ideografici, mentre gli hiragana e i Katakana sono caratteri fonetici. I caratteri katakana sono quelli usati più di frequente per termini non originari del Giappone.
Quando vi siete incontrati al ristorante per famiglie?
Sì. (ride)
Mi ha scioccato. All'inizio era una guerra tra due nazioni e avevamo una chiara idea di come dovevano essere questi Paesi, ma ancora non avevamo pensato al terzo gioco. Quando abbiamo parlato con Kibayashi-san, ci ha chiesto "Allora cosa ne pensate di qualcosa del genere?" Aveva così tante idee. E funzionavano perfettamente con il titolo in katakana.
All'epoca non avevo ancora neanche accettato l'offerta di collaborazione. (ride)
No?
Ma voleva comunque darci qualche idea. (ride)
La velocità con cui ha avuto tutte quelle idee mi ha colpito. Non sono una persona a cui vengono in mente le cose sul momento, quando qualcuno mi chiede qualcosa sono il tipo che risponde sempre "Un attimo, per favore". (ride)
È vero. (ride)
È proprio vero. (ride) Quando gli ho detto "Voglio due pacchetti di gioco separati" mi ha risposto, "Un attimo, per favore." (ride)
(ridono)
Forse è perché venite da contesti completamente diversi. Kibayashi-san ha fatto la gavetta con serie per settimanali e senza idee rapide rischia di non rispettare le scadenze, mentre Maeda-san lavora in un settore in cui deve avere idee una volta ogni due o tre anni; per lui è accettabile dire "Un attimo, per favore."
Ma quando Maeda-san dice, "Un attimo, per favore" significa davvero "Ci penserò e probabilmente sarà un sì." Quando dice, "Capisco" di solito non vi sarà un seguito. Questo è quanto ho imparato lavorando con lui tutto questo tempo.
Sì, è vero. Il suo slogan lo conoscevo, ma scopro ora che "Capisco" è una risposta negativa.
Secondo me si può dire che: se fosse una striscia di un manga, sarebbe seguita da puntini di sospensione. Voglio dire, se la frase è "Capisco..." significa che la risposta è negativa. Con un punto esclamativo alla fine il senso cambia.
Sarebbe "Capisco!" ovvero "Sono d'accordo con quanto hai detto."
Quando dice, "Un attimo, per favore" i puntini precedono la risposta, "...un attimo, per favore." Questi puntini indicano un "Ci penserò con favore."
Capisco. (ride) Questo mi aiuterà nell'interagire con Maeda-san in futuro.Grazie!
Lei è così interessante, Maeda-san. (ride) È un vero personaggio...
(ridono)
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