Così, mentre Mobiclip e Nintendo costruivano e consolidavano il loro stretto rapporto di collaborazione, gli investitori di Mobiclip stavano pensando di vendere l'azienda per recuperare gli investimenti. Mi pare di ricordare che siete stati proprio voi due a proporre a Mobiclip di entrare a far parte del gruppo Nintendo, vero?
Sì, esattamente! I progetti a cui lavoravamo con Nintendo erano interessanti e stimolanti. Ad un certo punto ho chiesto a Jérôme se non pensasse anche lui che i progetti svolti per Nintendo fossero effettivamente i più entusiasmanti e lui ha risposto di sì. Ancora una volta, dunque, ci siamo armati di una buona dose di spavalderia e in sostanza abbiamo detto a Nintendo che volevamo concentrarci unicamente sui loro progetti. Naturalmente gli investitori avevano i loro piani e stava a noi convincerli. All'epoca pensavo che avremmo avuto forse solo il 10% di possibilità di successo, perché non credevo che Nintendo fosse interessata a una tale offerta. Pertanto siamo rimasti sorpresi quando ci siamo resi conto che Nintendo era disposta ad acquisire questa piccola società francese.
Proprio come quando Alex è andato a parlare con Okada-san la prima volta. (ride)
Esattamente. Abbiamo pensato, "Non abbiamo niente da perdere, tanto vale provarci... al limite ci dicono di no!"
Cosa c'era nei progetti Nintendo di più interessante e stimolante?
I motivi sono certamente numerosi, ma la ragione principale del nostro entusiasmo per Nintendo è il fattore innovativo. Si vedono di continuo aziende che competono sulle specifiche hardware e che si vantano di avere più megahertz23 di qualcun altro, ma questo non è un modo creativo di procedere. Abbiamo constatato che Nintendo si impegna molto ad inventare nuove esperienze e a creare le relative tecnologie per renderle possibili. 23. Megahertz: unità di misura della frequenza. Rappresenta la velocità di elaborazione dei computer.
Risolvere i problemi migliorando le specifiche non è molto divertente, ma quando qualcuno riesce a risolvere un problema con una nuova idea, si parla di innovazione. Ed è questo che fa la differenza.
Nintendo vanta una lunga serie di innovazioni sensazionali con la famiglia di console Nintendo DS24, Wii25 e adesso Wii U26. È molto importante per noi continuare a realizzare prodotti innovativi, è il bello del nostro lavoro. 24. Famiglia Nintendo DS: famiglia di console portatili per videogiochi, che inizia con Nintendo DS, uscito in Giappone nel dicembre 2004 e successivamente in Europa nel marzo 2005.25. Wii: console domestica per videogiochi lanciata nel dicembre 2006 in Giappone e in Europa contemporaneamente.26. Wii U: console domestica per videogiochi lanciata in Giappone nel dicembre 2006 e in Europa nel novembre dello stesso anno.
Secondo me c'è anche un altro fattore. Pur essendo solo una piccola impresa, Nintendo ci ha dato la sua piena fiducia, e questo ci ha sicuramente unito molto. Nintendo ha dimostrato una mentalità molto aperta, e noi abbiamo instaurato un ottimo rapporto con Okada-san e Shimada-san27.27. Takeshi Shimada, vice direttore generale del reparto di sviluppo dell'ambiente software Nintendo.
Sì, la reciproca fiducia che si è instaurata con gli ingegneri Nintendo è anch'essa un fattore chiave. Noi due siamo ingegneri, Shimada-san di Nintendo è un ingegnere e, naturalmente, anche lei è un ingegnere. Tutta questa struttura ha un grande valore per noi, perché siamo sicuri che le sfide tecniche vengono prese sul serio.
Quindi il mio passato di ingegnere informatico ha avuto il suo peso nello sviluppo della nostra relazione, immagino.
Sì, ne sono convinto. Noi vogliamo fare la differenza per i prodotti Nintendo. Ma lo possiamo fare solo se sappiamo che i responsabili del processo decisionale reputano importanti certe idee e innovazioni tecniche. Penso che sia fondamentale l'abilità del CEO nel prendere la giusta decisione.
Adesso il referente Nintendo per NERD è dunque Shimada-san. Com'è lavorare con lui? Siete soddisfatti del suo approccio al rapporto di collaborazione?
Ovviamente, il suo primo pregio è che capisce perfettamente ciò che facciamo. Lavoriamo in numerosi settori, dall'ottimizzazione al livello più basso fino alla tecnologia web di massimo livello, settori a cui ben pochi sono interessati. Lui invece capisce ed è estremamente interessato. Ritengo inoltre che si sia ben integrato nella nostra cultura francese e nelle nostre particolari abitudini. Non cerca di farci cambiare, per farci diventare più giapponesi.
È una cosa che continuo a ripetergli, in ogni momento. (ride) Per esempio, se vi imponessimo di fare le cose a modo nostro e chiedessimo a Jérôme di venire in quest'ufficio di Parigi ogni giorno dalle 9 alle 17, la NERD perderebbe ciò che la rende speciale.
(ride)
Non so se i nostri colleghi sarebbero d'accordo... (ride)Non per questo siamo meno esigenti, anzi, e credo proprio che non sia facile lavorare con noi.
Giusto. Ritengo che Nintendo sia uguale in termini di richieste ai propri dipendenti. Negli ultimi tempi, ogni volta che c'è un problema tecnico in azienda, chiedo sempre a Shimada-san se può discuterne con voi di NERD. E mi pare di capire che voi siate ben felici di risolvere questi problemi, anche se magari non sono tutti risolvibili. Sicuramente quando Shimada-san è venuto in NERD la scorsa settimana vi avrà sottoposto alcuni di questi problemi... C'era qualcosa di particolarmente interessante tra questi?
Oh, sì! (ride) Tutti!!! (ride) A dire la verità, noi non ci sentiamo adatti a compiti in cui serve un esercito di sviluppatori, perché avremmo bisogno di un'organizzazione molto strutturata per fare una cosa del genere. Ma a volte c'è quel tipico problema in cui basta l'idea geniale di un solo ingegnere per arrivare ad una soluzione che neanche cento tecnici tutti insieme potevano trovare. E per noi il bello è proprio questo! I problemi che ci sono stati sottoposti da Shimada-san erano proprio così. Si tratta di progetti molto difficili e noi andiamo a nozze con queste sfide.
Mi auguro che ci siano altri in Francia e in Europa che decidano di rivolgersi a NERD per risolvere problematiche di questo tipo. (ride) Sono sicuro che li accogliereste a braccia aperte.
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