È curioso, non trova? È difficile immaginare che esista una correlazione tra la creatività e la memoria di lavoro.
Sì, in effetti anche noi abbiamo fatto fatica a capire questo concetto. Sappiamo che la memoria di lavoro è alla base di funzioni cerebrali di livello elevato e che migliorandola è possibile potenziare varie altre capacità, ma verrebbe da pensare che la creatività sia in un luogo diverso.
E lei ha un'ipotesi ben precisa di questa correlazione, vero, Dr. Kawashima?
Un tempo ho svolto una ricerca sul cervello per tentare di spiegare cosa fosse la creatività. Ho mostrato ad alcuni studente una foto di un gatto e una foto di una scala a pioli, e ho chiesto loro di immaginare cosa poteva succedere combinando le due cose. Pensando a questa domanda, gli studenti stavano utilizzando l'area prefrontale. In altre parole, la creatività che eravamo in grado di misurare corrispondeva alla memoria di lavoro, o comunque c'era la possibilità che essi usassero la stessa parte del cervello. Pertanto, sebbene le due cose appaiano totalmente separate da un punto di vista psicologico, un'altra mia ipotesi è che le due zone coincidano o siano molto vicine nel cervello.
Capisco. Chiedersi come mai allenare la memoria di lavoro incrementa la creatività è un po' come chiedersi perché attività come leggere, scrivere e fare calcoli migliorano positivamente le funzioni cerebrali di livello elevato, no?
Sì. Detto questo, la regione del cervello in cui risiede la memoria di lavoro pare sia molto piccola, per cui non sappiamo come mai aumentano anche le attività di altre aree. Per saperne di più abbiamo svolto un esperimento che impiega la MRI per analizzare un fenomeno che avviene nel cervello dei ratti: la parte del cervello responsabile del movimento fisico aumenta le proprie capacità quando un ratto è costretto all'apprendimento motorio.
Quindi, grazie agli esperimenti comparativi svolti su un sufficiente numero di ratti, avete osservato una netta differenza, vero?
Sì. Abbiamo confermato anche che il numero delle sinapsi aumentava nel cervello dei ratti allenati. Inoltre, stiamo scoprendo ora che cambia anche il modo in cui si attivano gli interruttori genetici. Questo porta a pensare che l'allenamento potrebbe modificare anche i modelli di espressione dei geni in determinate regioni e che questo potrebbe essere legato ad un aumento del volume cerebrale. Nel prossimo futuro è mia intenzione insegnare ai ratti a giocare con Brain Training.
Vuole che i ratti giochino a Brain Training?!?
Sì. Anche se ovviamente non potranno usare Nintendo DS! (ride) In linea di massima desidero che i ratti svolgano un allenamento basato sull'uso del cervello. Così facendo, potremmo osservare lo stesso fenomeno che accade negli esseri umani, ossia cambiamenti in più regioni cerebrali. Confrontando modelli di espressione genetica in parti di cervello utilizzate e in parti NON utilizzate ma che presentano ugualmente un aumento di volume, potrebbero emergere ulteriori sorprese.
Sì. A proposito, esattamente tre anni fa, ha chiesto a Nintendo se era possibile realizzare un nuovo software d'allenamento per Nintendo DS da usare in un esperimento. Può raccontarci che cosa ha fatto con il software che il team di Brain Training ha realizzato per lei?
Certo. Ho un caro amico all'università di Sendai, un istituto di educazione fisica che ha preparato atleti in gara anche alle Olimpiadi invernali. Un suo collega ci ha consultato sul modo di migliorare le prestazioni degli atleti dello skeleton.
Capisco.
Le regole olimpiche per lo skeleton prevedono che gli atleti provenienti da paesi stranieri possano provare solo alcune volte il percorso della nazione ospitante prima della gara. Ciò significa che devono memorizzare il percorso di gara in modo veloce ed efficiente. Se potessero allenare la loro memoria di lavoro per aumentarne le capacità, potrebbero ricordare il percorso in modo ottimale, riuscendo a prevedere in qualsiasi momento ciò che viene dopo. Ciò porterebbe anche ad un miglioramento della loro prestazione fisica.
Molto interessante. Immagino che gran parte della gente si chieda cosa può avere a che fare Brain Training con lo sport. Del resto, gli sport sono fatti anche di decisioni prese in una frazione di secondo. Lo skeleton, ad esempio, è per molti aspetti il "gioco di memoria" per eccellenza, nel senso che è necessario memorizzare perfettamente il percorso.
Sì, esatto.
Tuttavia, gli essere umani non sono in grado di scivolare lungo la traiettoria ideale come desiderano. Quando un atleta si allontana dalla traiettoria ideale, in una frazione di secondo deve decidere come correggerla per le prossime due o tre curve. Secondo la sua ipotesi, rafforzando il funzionamento del cervello, si sarebbe migliorata anche la prestazione. Infatti, un'atleta ha ottenuto un miglioramento talmente rapido che è stata selezionata per la squadra olimpica! Ne sono rimasto molto sorpreso quando l'ho saputo.
Sì. Tutti gli atleti che avevano allenato la propria memoria di lavoro hanno riportato un miglioramento delle loro capacità, non solo quelli selezionati per la squadra. Ricalcolare la traiettoria in seguito ad un errore è esattamente una delle operazioni tipiche della memoria di lavoro. Potenziando la capacità della memoria di lavoro, è possibile correggere gli errori. Mi aspettavo che ciò avvenisse, ma non pensavo che sarebbe stato così efficace. E ritengo che gli effetti sarebbero ancora più evidenti per gli sport di squadra.
Quindi se là fuori c'è un squadra di calcio o pallavolo che desidera migliorare, dovrebbe parlare con lei!
Speravo che l'intera delegazione giapponese si rivolgesse a noi per farsi aiutare a tenere alta la bandiera del Giappone a quelle Olimpiadi! Sfortunatamente, per loro le cose non sono andate benissimo quell'anno. Se fossero stati da noi, mi sarei offerto come ambasciatore di Brain Training alle Olimpiadi di Londra! (ride)
(ridono)
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