Oggi abbiamo parlato così tanto che potremmo scrivere un libro!
(ride)
Sul serio! (ride)
Mi sembra di non aver detto niente di straordinario, ma è vero che alcune delle cose di cui abbiamo parlato sono certamente uno spunto di discussione interessante. Non abbiamo toccato direttamente l'argomento Mario, ma credo che tutti i temi affrontati siano strettamente collegati al motivo per cui siamo riusciti a creare quei giochi.
Io penso che gran parte di questa nostra conversazione possa essere messa in relazione con Mario. Se ripensa a tutto quello che abbiamo detto, sono sicuro che troverà molti elementi in grado di far luce sulla realizzazione di questi giochi.
(ride)
Negli ultimi 25 anni sono usciti molti titoli di Mario. Ma durante lo sviluppo di Super Mario Bros. lei non pensava a un eventuale secondo capitolo5, vero? 5Super Mario Bros. 2: il secondo gioco d'azione di Mario, pubblicato per il Famicom Disk System il 3 giugno 1986. In Europa è conosciuto come Super Mario Bros.: The Lost Levels.
Verissimo.
È per questo che credo che il personaggio sia durato così a lungo. Così, non aveva in mente di realizzare un seguito. Penso che questo sia un ottimo metodo. Se invece avesse sviluppato ogni gioco in previsione di quello successivo, pensando a cosa avrebbe potuto inserire nel seguito e nel seguito del seguito, non credo che Mario avrebbe avuto un tale successo. Né lo avrebbe avuto se aveste chiesto ai giocatori cosa avrebbero voluto vedere nei giochi successivi, e se aveste fatto di quegli elementi il loro nucleo fondamentale.
Credo che abbia ragione. Mi sento chiedere spesso quali siano i meccanismi alla base della realizzazione della serie, ma in realtà le idee ci vengono man mano che procediamo nello sviluppo. Posso solo dire che ogni volta è diverso, quindi non saprei rispondere.
Capisco.
In un certo senso la produzione dei titoli di Mario è stata facile, perché ogni titolo riusciva ad adattarsi perfettamente ai progressi tecnologici. È come fare un film: grazie alla tecnologia, ad esempio nel campo degli effetti speciali, hai a disposizione metodi sempre nuovi. Con Mario è lo stesso: all'avanzare della tecnologia anche i giochi di Mario cambiano. I libri, invece, vengono fatti sempre allo stesso modo. Se avessimo dovuto continuare a sviluppare i giochi di Mario con gli strumenti tradizionali non ce l'avremmo fatta. In quel senso, realizzare la serie non è stato difficile.
Beh, ma nemmeno facile! (ride)
Sì, sul serio! (ride)
Credo che questo dipenda dal suo metodo di lavoro.
La tecnologia cambia, quindi noi dobbiamo adeguarci. E con i cambiamenti tecnologici, anche quello che vuoi fare si trasforma. Ma se non fosse stato così, non saremmo arrivati a questo punto.
Mi chiedo cosa penserà la gente di fronte a queste dichiarazioni, visto che è il responsabile di tutti i giochi di Mario pubblicati negli ultimi 25 anni!
Mah... (ride)
Quindi è stato facile?
Sì.
Beh, ma... è fantastico!
(ride)
È davvero un'ottima cosa. È un ambito diverso, ma pensi ad esempio a quelli che sono bravi a cantare. Indipendentemente da quello che dice la gente, io non posso fare a meno di pensare "Forse per loro è facile".
È vero. Di fronte a varie possibilità, io scelgo sempre quella più facile. Per molto tempo ho considerato il Professor Rubik, l'autore del Cubo di Rubik, una sorta di rivale. Ho sempre pensato che sarebbe stato fantastico creare qualcosa del genere. L'ho detto a molte persone.
Mmm...
Per vent'anni ho pensato che il Cubo di Rubik fosse una cosa grandiosa, e anch'io vorrei creare qualcosa di simile, ma ancora non ci ho provato. Me la prendo comoda. Indipendentemente dalle mie reali possibilità di riuscirci, almeno avrei potuto provarci, ma finora non l'ho fatto.
Una logica interessante. (ride)
Allo stesso modo, ho sempre detto di voler diventare un disegnatore di manga. Un giorno pensai che, in fondo, nessuno mi impediva di farlo. Allora dissi a Tezuka-san che avrei provato a disegnare una striscia a fumetti. Preparai una bozza e gliela feci vedere, e lui disse che non era male. Ma da allora non ho più fatto nient'altro. (ride) Davvero, realizzare i giochi di Mario è molto più semplice.
Credo che questo voglia dire che, nel tempo, si è costruito l'abilità di creare ottimi giochi con estrema naturalezza.
Sì, forse è così.
Proprio come la cartilagine del gomito di un lanciatore di baseball pian piano si modifica, anche la sua personalità, nel corso della realizzazione della serie e di altri progetti, è cambiata. Quando cammina di fianco a qualcuno, lei – a differenza di quel qualcuno – è la persona che ha realizzato i titoli di Mario. Voglio dire, anche mentre guarda Ge Ge Ge no Nyobo incamera materiale per un eventuale gioco di Mario.
Quando guardo Ge Ge Ge no Nyobo, i miei pensieri sulla storia dei manga e sul mondo dei videogiochi si sovrappongono. E penso: "Ehi, ma sono simili!".
(ride)
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