2. ''Soffiare la vita'' nei personaggi

Quindi completò la sinossi della sceneggiatura chiudendosi in casa per un giorno intero?

Beh, mi concentrai davvero molto. Sembravo un vero romanziere: ricordo che scrissi la prima pagina, poi accartocciai il foglio e lo lanciai via. (ride) Poi pensai “Questo non è male”, e portai in ufficio la versione di cui soddisfatto.

Che cosa disse Aonuma-san quando la vide?

La lesse velocemente e disse: “Sì, può andare”.

(ridono)

Pensò che gli avesse dato un’occhiata troppo superficiale? (ride)

Davvero pensò questo?

Ma no, pensai che sicuramente avrebbe avuto molto da ridire, ma che in quel momento avesse deciso di essere più comprensivo! (ride)

In realtà diedi quella risposta perché nella sinossi c’erano già tutti i punti chiave.

Ricordo che mi sentii molto sollevato.

Aonuma-san, lei sapeva che Fujibayashi-san era così preoccupato?

Beh, è la stessa preoccupazione che ho provato anch’io molte volte. Stavolta dunque non volevo commentare per esteso, ma desideravo che Fujibayashi-san creasse la storia di The Legend of Zelda seguendo le sue idee. Pensai che non ci sarebbero stati problemi, purché non fossero nate le contraddizioni di cui parlavamo prima.

Quindi la sinossi ottenne il via libera. Mori-san, a quel punto il suo team poté iniziare il lavoro sulle sequenze animate, giusto?

Sì. Io dovevo scrivere i dialoghi basandomi sulla sinossi, dunque ci incontrammo di persona e iniziammo a confrontare le nostre idee. Il problema era che la frase “Questo non è ancora stato deciso” saltava fuori spesso. (ride)

L’incubo di tutti noi. (ride)

Esatto. (ride)

Chi si occupa delle animazioni non può iniziare a lavorare se il contenuto del gioco non è chiaro. (ride) E allora cosa successe? Viste le scadenze pressanti, dovevate darvi da fare...

(con un’aria pensierosa) Infatti.

Presumo abbiate iniziato a realizzare le scene, cercando di reprimere il timore che quello che stavate creando potesse poi essere bocciato...

Beh, sa...

Ci siete abituati? (ride)

Sì... si potrebbe dire così. (ride)

(ridono)

A volte ci dicono “C’è stato un cambiamento”, al che noi rispondiamo “Va bene, provvederemo”. Altre volte, invece, cerchiamo di opporre resistenza.

Non si dice “opporre resistenza”, si dice “consultarsi tra colleghi”. (ride)

Esatto. In alcune occasioni “ci consultiamo tra colleghi”.

(ride)

Dal punto di vista di uno sceneggiatore, nella sinossi compaiono vari tipi di personaggi, e – per usare un’espressione un po’ altisonante – è necessario “soffiare la vita” in ognuno di loro.

Nella sinossi si parte sempre da un numero d’informazioni limitato, poi si comincia ad ampliare l’immagine del personaggio per portarlo alla maturità.

Proprio così.

Come si fa a soffiare la vita nei personaggi?

Secondo me scrivere una sceneggiatura è un processo molto simile in ogni ambito, che si tratti di videogiochi, romanzi, film o anime. Bisogna scavare nel passato di ogni personaggio, scoprire che tipo di vita ha vissuto finché non appare nel tuo lavoro, cosa lo spinge ad agire in un certo modo.

È la stessa cosa che direbbe un attore! (ride) In altre parole, è necessario entrare nel personaggio, e portare alla luce anche ciò che non appare nel gioco.

Esatto. In questo modo si riesce a stabilire quali sentimenti può provare a seconda delle circostanze, cosa può dire in determinate situazioni. Ma...

Sì?

A volte capita che qualcuno dica “Questo è stato cambiato”, e a me viene da pensare: “Ma non è il tipo di personaggio che può fare una cosa del genere!”. C’è qualcosa che non mi quadra, ecco.

Ed è a questo punto che oppone resistenza. Anzi, “si consulta” con Fujibayashi-san. (ride)

Sì, è così. (ride)

Così Mori-san scrisse la sceneggiatura e poi passò il testimone a Yoshida-san.

Sì. I collaboratori del mio staff dovevano occuparsi di disegnare gli storyboard basati sulla sceneggiatura di Mori-san, così spiegai loro lo scenario e ordinai di partire con il lavoro. In seguito incaricai i designer dei movimenti di realizzare le animazioni degli storyboard usando i modelli 3D.

Il suo compito dunque era trasformare ciò che era stato scritto su carta in una serie di sequenze animate.

Esatto.

A sentir voi sembra che sia andato tutto liscio, ma in realtà credo che ci siano stati parecchi andirivieni, no? (ride)

Sì, è verissimo. (ride) Una volta che le animazioni sono pronte molte cose, sia positive che negative, diventano lampanti. Ed è a questo punto che iniziano ad arrivare le critiche!

Ciò che non si nota attraverso la parola scritta diventa immediatamente visibile in una sequenza animata, ed è inevitabile che ognuno esprima la sua opinione.

Infatti. Allora io riferisco ogni commenti ai designer dei movimenti, e loro ribattono con ulteriori commenti.

Non è facile trovarsi tra due fuochi. (ride)

No, non lo è affatto! (ride)

Il tutto poi passa al sound team, e per Yoshida-san le cose si complicano ancora di più!

Certo, perché una volta che hai le immagini animate devi aggiungere il suono.

Esatto. Ricordo che, poco dopo che avevamo abbinato le melodie alle animazioni, Yoshida-san iniziò a venirci a trovare sempre più spesso dicendo che qualcosa era stato modificato. Era come se ci avesse preso l’abitudine! (ride)

Come se dire “Scusate, ma...” fosse diventato il suo nuovo lavoro!

Proprio così! (ride)

L’abbinamento delle melodie era perfetto, ma era cambiato il timing, dunque dovevate rifare tutto.

Sì. Ma la colpa non era di Yoshida-san.

Beh... (ride)

Le cose cambiano per varie ragioni.

Ma le numerose incursioni di Yoshida-san non hanno mai prodotto una certa... animosità? (ride)

Certo che sì. (ride)

Ma ha apportato talmente tante migliorie che, senza di lui, lo sviluppo sarebbe stato davvero caotico.

(ride)