Per concludere vorrei sentire i suoi commenti finali. Tanto per cominciare, potrebbe dire agli appassionati dei precedenti titoli Warriors che tipo di gioco è SAMURAI WARRIORS: Chronicles e cos'è importante ricordare?
Certo. Come ho già detto, raccontiamo un lungo periodo storico basato sulla realtà, a cui ciascuno potrà partecipare in qualità di personaggio giocante che interagisce con i signori della guerra. Questo è un punto molto importante, che spero sia apprezzato dai fan che conoscono i precedenti giochi Warriors pubblicati fino a questo momento. E anche se si tratta di un gioco per console portatile, tutte le linee sono a voce piena e abbiamo riprogettato tutti gli scenari. Inoltre, adesso è possibile cambiare i signori della guerra usando il touch screen, quindi spero proprio che i giocatori provino l'esperienza di questo nuovo gioco Warriors. E poi, già molto prima dello sviluppo della console Nintendo 3DS mi frullava in testa l'idea di realizzare un titolo Samurai Warriors su due schermi.
Oh, capisco. Quindi non l'ha adattato ai due schermi della console Nintendo 3DS, ma è un'idea che aveva già da prima.
Sì. Annoto tutte le mie idee in una sorta di taccuino. Quando mi vengono in mente nuove idee ne prendo nota; questa l'ho avuta già molto tempo fa. Era una cosa che volevo realizzare prima o poi. Due schermi, di cui uno touch screen, sono perfetti per creare la sensazione di uno contro tanti.
E quindi si è reso conto che finalmente era arrivato il momento di sfruttare l'idea che aveva in mente da tanto.
Sì. Volevo che i giocatori avessero la costante sensazione di uno contro tanti, ma se tutto fosse finito lì, il gioco non si sarebbe sviluppato oltre, così ho inserito una racconto nella trama, e ritengo di aver ottenuto un risultato equilibrato. Desidero che i giocatori si sentano elettrizzati quando giocano.
Può dire invece ai giocatori che si avvicinano per la prima volta alla serie Warriors quali avvincenti elementi troveranno in SAMURAI WARRIORS: Chronicles?
Sì. I giocatori che non conoscono ancora la serie Warriors dovrebbero assolutamente vivere l'emozionante sensazione del combattimento uno contro tanti, che è l'elemento principe dei giochi Warriors. Per i giapponesi la vicenda si svolge nella famosa epoca Sengoku tra i 400 e i 500 anni fa. Avranno così la possibilità di scoprire cosa accadde a quel tempo nel loro paese natale. Infatti è possibile seguire la vera storia del Giappone; spero dunque che i giocatori apprezzino questo aspetto.
In teoria non c'è nessuno in Giappone che non conosca o non abbia interesse per la storia dell'epoca Sengoku.
Esatto.
È possibile seguire il corso degli avvenimenti storici e da questo punto di vista è un gioco veramente unico.
I giapponesi, incluso il sottoscritto, guardano ripetutamente trasmissioni e film a sfondo storico in TV, anche se riguardano la medesima epoca storica.
Dunque, la situazione non è quella della storia scritta dai vincitori, al contrario la storia può cambiare drasticamente a seconda del punto di vista di chi la narra e dei personaggi che la rappresentano.
Sì. Anche in questo senso, il gioco parla anche di battaglie che i film TV a sfondo storico non possono affrontare. I giocatori potranno scoprire cosa accadde in Giappone e in luoghi vicini a casa loro, dunque spero proprio che lo apprezzino.
Beh, io però sono originario della prefettura di Hokkaido. Qui intorno non c'erano signori della guerra dell'epoca Sengoku! (ride)
Sì, Hokkaido è tutta un'altra storia. (ride)
Ma prima di arrivare a Kyoto, ho vissuto per un periodo nella prefettura Yamanashi. Un noto feudatario di quelle parti era Shingen Takeda. Il rispetto e la devozione per questo personaggio in quei luoghi sono tali da essere incomprensibili ad un osservatore esterno! (ride)
Il rispetto per i signori della guerra locali è molto profondo! (ride) Inoltre sarebbe fantastico se i giocatori trovassero in questo gioco un ausilio per saperne di più su queste importanti figure storiche.
E adesso vorrei farle un'altra domanda prima di concludere. A mio avviso, coloro che non hanno mai giocato alla serie Warriors o che non sono molto rapidi con le mani non sanno che invece possono benissimo giocare a questo gioco. Lei cosa ne pensa?
I giochi della serie Samurai Warriors possono essere giocati anche da semplici "schiaccia-bottoni". Abbiamo fatto in modo che sia possibile sconfiggere gli avversari semplicemente premendo un solo pulsante. Anche chi non è abituato a giocare con i titoli d'azione può divertirsi, basta che continui a premere i pulsanti. Per questo mi auguro che anche chi non è esperto di giochi d'azione, ci provi senza la minima esitazione.
In effetti va bene per chi pensa di non essere tanto bravo nei giochi d'azione, come coloro che trovano difficoltà in tutto ciò che viene dopo il Mondo 3 di Super Mario Bros.
Sì. Non ci sono trappole qui! (ride) In parte è per questo che poco meno del 40% dei giocatori di Samurai Warriors sono donne.
Le donne che ci giocano sono davvero così tante? Come mai?
Rappresentando i signori della guerra, non distinguiamo tra giusti e malvagi. Noi li presentiamo tutti come eroi. Raffiguriamo positivamente anche quelli che sono stati giudicati in modo negativo dalla storia. Qualsiasi sia il personaggio prescelto, è possibile finire il gioco sentendosi soddisfatti.
Capisco. Così, anche se qualcuno ha fatto qualcosa di sbagliato nella storia scritta dai vincitori, quel personaggio ha il proprio senso di giustizia, la propria motivazione e i propri principi. Presentando gli eventi da questo punto di vista, emerge un nuovo interesse.
Sì. I giocatori entrano nella mente dei personaggi e questo piace anche al pubblico femminile.
I signori della guerra nella serie Warriors possiedono un certo fascino, molto più che nei film TV sull'epoca Sengoku, che dev'essere stata comunque molto popolare tra le donne.
Non so se il motivo è questo, ma ci hanno mandato un sacco di cioccolatini per San Valentino.
Eh? Indirizzati ai signori della guerra di Samurai Warriors?
Sì. (ride)
E adesso, chi la mangia tutta quella cioccolata?
Noi dello staff! Visto che i signori della guerra non possono... (ride)
Penso proprio di no... Mi sono proprio divertito in quest'intervista. Grazie.
Grazie!
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